MODELLISMO | Oskar consegna la D341 di seconda serie con livrea “Armafer”

Ancora una consegna per il marchio sardo Oskar. Nelle scorse settimane è infatti giunto nei negozi il modello in scala H0 1:87 che riproduce la locomotiva Diesel D 341 2016 di seconda serie con terzo faro e livrea gialla “Armafer”. Il modello riproduce la macchina che in realtà è di costruzione “Breda-Reggiane” utilizzata per i treni cantiere (Articolo 1018). Già in passato Oskar aveva realizzato questo modello, precisamente nel 2011 con articolo 1017.

Rispetto al precedente modello questa volta Oskar ha riprodotto una macchina con tetto in grigio chiaro (Epoca Vb-VI), nel 2011 invece fu riprodotto un modello con tetto marrone, con un nuovo telaio in metallo, il timone di allontanamento su entrambe le testate con porta gancio a norma NEM. L’inversione delle luci bianco caldo/rossa in base al senso di marcia, ed il terzo faro funzionante, con cabina illuminata. Presa decoder plux22 e speaker installato e cablato di serie, illuminazioni comandabili separatamente in analogico tramite micro interruttori. Nuovo anche il motore a cinque poli con demoltiplica su entrambi i carrelli e su tutti gli assi.

BREVE CENNO STORICO – Terminato il periodo di valutazione vennero ordinate a partire dal 1960 le unità di serie, che furono in tutto ottantacinque, portando il totale compreso le unità di prima serie e i prototipi a centocinque. La seconda serie ha subito un restyling notevole della cassa, soprattutto per quanto riguardava il frontale e le cabina di guida. La motorizzazione delle FIAT è stata tarata a 1400 CV per uniformarne le prestazioni a quelle delle unità Breda e la generatrice è stata potenziata di ulteriori 90 kW. Fu poi adottato il rapporto di trasmissione ai motori di trazione di 16/67 denti, lo stesso rapporto veloce del prototipo Ansaldo, unificato per tutta la seconda serie, salvo le numerazioni dalla 2018 alla 2032 che mantennero il rapporto 15/68 delle preserie.

La carrozzeria, che nella prima serie era caratterizzata da frontali inclinati e livrea bruno-isabella, nella seconda serie presentava frontali verticali e livrea verde vagone e isabella.

Inizialmente almeno una macchina della seconda serie, la 1017, prima unità della “seconda serie”, ebbe in origine una livrea provvisoria, caratterizzata da un baffo verde vagone frontale. La versione definitiva perse il baffo verde per assumere quella che divenne la tradizionale livrea verde vagone-castano, filetto argento al centro, con parte superiore della cassa colore verde, finestrini frontali, imperiale e sottocassa colore bruno, pancone rosso, con la parte inferiore delle fiancate in corrispondenza del telaio che riprendeva il colore verde della parte superiore della cassa.

Le fiancate delle macchine della seconda serie a differenza di quella della prima serie, presentarono entrambe quattro oblò. L’impianto generale nelle due serie tuttavia era sostanzialmente lo stesso, con lunghezza della cassa, passo ed interperno identici, con lunghezza totale leggermente superiore per la seconda serie, che ebbe respingenti più lunghi di 3 cm, con grandi griglie laterali nella zona del motore e ventolone sull’imperiale.

Anche le unità della seconda, analogamente alla prima serie, erano dotate di porta anteriore di intercomunicazione, con passerella e corrimano laterali.

Come per le unità della prima serie, anche le unità della seconda serie in origine non erano dotate di terzo faro frontale, che venne aggiunto successivamente.

Tra le Breda e le FIAT non vi erano differenze estetiche. Rispetto alla preserie alla evidente variazione nella forma delle testate, corrispondeva una ottimizzazione degli ambienti interni e oltre al miglioramento dei carrelli con sospensione primaria con molle a balestra, un migliorato azionamento dei servizi ausiliari.

Le macchine 1026-1056 e 1062-1068 furono dotate di caldaia per provvedere al riscaldamento a vapore delle carrozze. Le D.341 potevano viaggiare in comando multiplo pilotando una seconda unità, senza però segnalazioni nella cabina di testa dello stato della seconda motrice, il che obbligava ad avere un agente anche nella seconda macchina, ragion per la quale le doppie trazioni non furono frequenti.

Una D. 341 in livrea “Armafer” impegnata nel 2020 nei lavori di ammodernamento della linea Roma-Campobasso, a Campochiaro il 9 novembre 2020 (Credit Ph Antonello Cenci)
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